
Ventisette anni fa, il
12 febbraio 1980, mentre conversava con la sua assistente
Rosy Bindi,
Vittorio Bachelet fu assassinato da un commando delle
Brigate Rosse nell'atrio della Facoltà di Scienze politiche della Sapienza, con sette proiettili calibro 32 Winchester. Professore di Diritto Pubblico, fu Presidente generale dell'
Azione Cattolica dal 1964, nominato da
Paolo VI, e poi riconfermato anche per i due mandati successivi fino al 1973. Esponente della
Democrazia Cristiana, grande amico di
Aldo Moro, dopo le elezioni amministrative del giugno del 1976 venne eletto
Consigliere comunale a Roma: il 21 dicembre dello stesso anno venne anche eletto
vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura.
"Bachelet non ha soltanto raggiunto l’immortalità ultraterrena di chi crede, ma ha anche conquistato quella laica di chi si è speso al servizio della comunità e delle sue istituzioni . E’ quindi riuscito a sintetizzare nella sua azione, in modo alto ed incontroverso, l’esempio di un umanesimo integrale, fondato sui valori della dignità umana, della solidarietà e della responsabilità per cui la sua generazione, testimone della nascita della Carta costituzionale, tanto ha speso e tanto ha prodotto, lasciandoci un indispensabile legato, di cui tutti siamo portatori e responsabili." (Fulco Lanchester, 22 febbraio 2005)
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