Veardo: "Piano Regolatore Sociale, scelta coraggiosa e innovativa"
A Paolo Veardo, Assessore alla Città Solidale e già Presidente Diocesano dell’Azione Cattolica, abbiamo rivolto le seguenti domande:
Siamo negli ultimi mesi di vita della Giunta: nella sua qualità di Assessore può offrire un suo giudizio su quella scelta di novità coraggiosa e coinvolgente che è stato ed è il Piano Regolatore Sociale? E quali ne sono le peculiarità ?
Si è trattato di una scelta coraggiosa e innovativa che ha coinvolto non solo l'Amministrazione, ma tutti i soggetti protagonisti della comunità genovese, perché, questo è il punto, non si tratta del Piano regolatore dei Servizi Sociali, ma di uno strumento di pianificazione che, a partire da un'idea di città, definisce le tappe, le azioni, i mezzi e i protagonisti con cui realizzarla; è inoltre un metodo con cui affrontare la vita politica e amministrativa, mettendo al centro le persone, le loro difficoltà e le loro opportunità. Il sistema di welfare, infatti, è in affanno in quasi tutti i Paesi sviluppati, siamo di fronte alla difficile scelta di come cambiare, con il rischio di costruire un sistema mercantile per i più forti e assistenziale per i più deboli. L'idea da cui parte il Piano Regolatore Sociale, invece, è un'idea di welfare allargato, in dialogo con il sistema economico, che comprenda nel suo disegno più politiche, rispondenti alle diverse esigenze dei cittadini: i servizi sociali, educativi, sanitari, della casa, del lavoro, della cultura, dello sport, della vivibilità, dell'urbanistica, dell'ambiente. Quindi non un Piano Regolatore dei Servizi Sociali, ma un Piano regolatore sociale, che promuove il ben-essere degli uomini, delle donne e delle famiglie che abitano a Genova. Genova ha una grande tradizione di città solidale. Ma antiche e nuove povertà continuano a ferirla.
Come le commenta, tenendo conto anche del recente "censimento" presentato alla città dalla comunità di San Marcellino?
Le povertà a Genova, purtroppo, stanno crescendo, la nostra città non fa eccezione rispetto alla tendenza nazionale, ma le povertà oggi stanno anche cambiando: ci sono quelle dei "senza dimora", ricordate in particolare da San Marcellino, ma ci sono anche quelle delle famiglie senza prospettive, senza lavoro, che faticano a declinare un livello accettabile di sopravvivenza; ci sono le povertà di futuro dei giovani e le povertà di relazione degli anziani; c'è l'impoverimento di una fascia di popolazione, che per pudore non manifesta le proprie difficoltà.
Come vede dal suo osservatorio privilegiato la presenza e il ruolo dei cattolici nelle istituzioni del governo locale a Genova ?
Come vede dal suo osservatorio privilegiato la presenza e il ruolo dei cattolici nelle istituzioni del governo locale a Genova ?
Il Concilio Vaticano II ha definito la politica "arte nobile e difficile". A quarant'anni di distanza e in piena globalizzazione, questa affermazione trova più che mai conferma: di fronte alla fragilità dei meccanismi economici di dimensioni planetarie si può rispondere solo con la forza di una politica fondata su valori condivisi. Vivere la politica da credenti, come testimoni del Vangelo della Carità e come costruttori del bene comune realizzabile qui e ora, è difficile, ma il senso della presenza dei cristiani nel governo della Città non può che essere questo. Siamo in molti ad essere impegnati nelle istituzioni e tentiamo di trovare punti di convergenza, ideali e talvolta operativi, pur nel rispetto delle regole del gioco. Un cristiano impegnato in politica oggi a Genova, coerente con quest'idea alta della politica, è chiamato a proporre un'idea di città realizzabile davvero.
La città che vogliamo è una città al passo con i tempi, dinamica, innovativa, che vinca il potenziale degrado, soprattutto economico, ma anche morale in cui rischia di restare immobilizzata. I valori di responsabilità, solidarietà, prossimità, non sono contrappesi, vincoli a una politica di sviluppo, ma sono vie per realizzare questa politica. La solidarietà, oltre che valore, è l'unica categoria che ci consente di ricomporre una società disgregata. La responsabilità e la prossimità ci devono spingere a trasformare i ricchi capitali finanziari e immobiliari da morti a investimenti in imprese, in attività che danno la vita, una vita economica attiva, strettamente collegata a una vita sociale equa e coesa.
La città che vogliamo è una città al passo con i tempi, dinamica, innovativa, che vinca il potenziale degrado, soprattutto economico, ma anche morale in cui rischia di restare immobilizzata. I valori di responsabilità, solidarietà, prossimità, non sono contrappesi, vincoli a una politica di sviluppo, ma sono vie per realizzare questa politica. La solidarietà, oltre che valore, è l'unica categoria che ci consente di ricomporre una società disgregata. La responsabilità e la prossimità ci devono spingere a trasformare i ricchi capitali finanziari e immobiliari da morti a investimenti in imprese, in attività che danno la vita, una vita economica attiva, strettamente collegata a una vita sociale equa e coesa.
Come giudica i rapporti tra il mondo cattolico associativo e il Comune di Genova?
Dal mio angolo di visuale, li trovo eccellenti e valorizzati anche grazie alla filosofia promossa dal Piano Regolatore sociale, che tende a favorire il riconoscimento delle competenze e delle disponibilità, della capacità di mettersi in gioco che moltissime associazioni di ispirazione ecclesiale hanno dimostrato.
Un parere sul nuovo Partito Democratico che sta nascendo e in esso il ruolo dei cattolici di sinistra…
Il Partito Democratico che sta nascendo prende avvio da un'esigenza storica di semplificazione della scena politica, nella stagione dell'alternanza e del bipolarismo e, legge elettorale permettendo, di esecutivi stabili in grado di governare il paese in una difficilissima congiuntura economica e politica, sia nazionale che internazionale. Il processo è reso possibile da evoluzioni culturali, anche se non ancora compiute, derivanti dal crollo del muro e dal conseguente superamento dell'unità politica dei cattolici. Il ruolo che il cattolicesimo sociale e democratico può svolgere nella nuova formazione politica ritengo sia importantissimo. Il suo riformismo, infatti, non cade nel pragmatismo eccessivo, nel compromesso a tutti i costi, ma trae fondamentalmente origine nei valori di equità, legalità, solidarietà e rispetto della persona realizzabili nella società e non negoziabili.
- Nella foto: l'Assessore Paolo Veardo (tratta dal Sito del Comune di Genova)
- Vai al Sito de Il Cittadino, settimanale della Diocesi di Genova
- Vai alla Scheda Personale di Paolo Veardo
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