A Pegli una casa-famiglia per chi è affetto da sindrome di Down
Articolo di Paolo Gozzi, tratto da Il Cittadino del 14 Gennaio 2007
La nuova Casa Famiglia per persone affette da sindrome di Down, recentemente inaugurata a Pegli nei locali della Cooperativa Omnibus, è stata presentata al pubblico e alla stampa il 20 dicembre scorso. La realizzazione del progetto è stato possibile grazie alle sovvenzioni dell’Assessorato Regionale alle Politiche Sociali, con la collaborazione dell’Assessorato alla Città Solidale del Comune di Genova, ed al contributo dei Rotary Club Chiavari Tigullio e Rapallo Tigullio. La nuova struttura è, precisamente, un “appartamento sperimentale – didattico”: qui, giovani affetti da sindrome di Down, avranno la possibilità di acquisire una “minima capacità progettuale per la gestione di una vita autonoma nell’ambito di una micro collettività”. Si vuole, in poche parole, rendere quanto più possibile autonomi questi ragazzi dal contesto familiare, per farli capaci di gestire in prima persona la propria organizzazione giornaliera e fronteggiare quanto meno le piccole esigenze che questa, quotidianamente, pone. Si tratta, dunque, di un progetto importante mirato ad affrontare il problema del “dopo di noi” che molti genitori si pongono. Con l’appartamento sperimentale si perseguono così due obiettivi, distinti a seconda dei casi: da un lato vi sono giovani che, date le circostanze, o per scelta propria e/o familiare, preferiscono condurre la propria vita da adulto nell’ambito della propria famiglia di origine. Per questi ragazzi si mira a ottenere competenze tali da permettere a tutti i membri della famiglia una buona indipendenza, e la possibilità di avere momenti di vita propria anche di una certa durata temporale, permettendo, in vista dell’anzianità dei genitori, di evitare il ricorso a forme di assistenza continuativa in istituzioni. Il secondo caso è quello di giovani che raggiungono livelli di autonomia sufficientemente evoluta, e sono in grado di sostenere anche psicologicamente una vita propria presso abitazioni autonome: si mirerà allora a pervenire ad una completa gestione di quanto richiesto dalla programmazione del quotidiano. Il “gemellaggio” fra Cepim e Cooperativa Omnibus permette di calare il progetto nella contestualità di un sistema di aggregazione sociale già attivo e molto significativo per la delegazione, e inoltre consente di utilizzare figure professionali operative nell’ambito della Cooperativa, sfruttando il loro costante contatto con la realtà circostante e garantendo così una facilitazione aggregativa per la “realtà appartamento”. I ragazzi impareranno così ad affrontare, in completa autonomia, tutte quelle piccole procedure essenziali per la vita quotidiana, come gestire un piccolo budget di denaro o preparare un pranzo, sviluppando la consapevolezza dei modi e dei tempi opportuni nei quali devono essere svolte le attività. Aldo Moretti, Presidente del Coordinamento Regionale Enti Riabilitazione Handicap «Il concetto è semplice e allo stesso tempo arduo – ha spiegato Aldo Moretti, Presidente del Coordinamento Regionale Enti Riabilitazione Handicap, intervendo alla presentazione - vogliamo che le persone affette da sindrome di Down raggiungano un certo grado di autonomia, a seconda dei casi, e riescano a gestire la propria vita il più possibile senza assistenza. Il fine principale è quello di evitare, ove possibile, l’istituto, che oltretutto ha un costo medio annuale davvero ragguardevole. Il nostro ragionamento è stato accolto con interesse sia dalla Regione che dal Comune, e così sono arrivati i finanziamenti per la realizzazione del progetto». Non potendo essere presenti gli assessori Massimiliano Costa e Paolo Veardo, rispettivamente responsabili degli assessorati ai Servizi Sociale di Regione e Comune, è stato Marco Maltesu, Coordinatore Circoscrizionale de La Margherita, a intervenire alla presentazione: «Si sta cercando di costruire, soprattutto sul Ponente genovese, un modello di politica che non guardi all’economia come punto essenziale di ogni ragionamento, ma che ponga al centro delle scelte la persona, l’uomo. Ne è un esempio il recente Piano Regolatore Sociale, che guarda prima di tutto al contesto sociale in cui si opera. Il Ponente genovese – ha concluso Maltesu - appoggiandosi anche ad un tessuto associativo davvero attivo ed importante, può essere un vero e proprio laboratorio in questo senso, affinchè l’approccio possa essere trasferito anche ad altri settori della vita sociale e della politica in generale». «Un progetto come questo è un traguardo importante per chi si occupa di servizi – ha sottolineato poi il dottor Giglioli, in rappresentanza della Asl – Sarebbe molto più semplice e sbrigativo costruire un grande istituto, e così risolvere il problema. Omnibus e Cepim cercano invece di costruire vite, e per questo li ringrazio: perseguono un obiettivo che la Asl, da sola, non potrebbe mai raggiungere.» Infine, dopo i ringraziamenti di Franco Bonati e Francesco Dodero, rispettivamente presidenti di Coop.Omnibus e Cepim, è stato don Benedetto Pastorino, parroco di SS. Martino e Benedetto, a chiudere l’incontro: «Iniziative come queste hanno un valore enorme: ricordiamoci sempre di farle con tanto amore e soprattutto con tanta umiltà cristiana. Nel Vangelo di Luca è scritto: “quando è stato fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: siamo servi inutili”. Così anche noi, dobbiamo sempre avere presente che dietro ad ogni cosa che facciamo c’è qualcuno che proprio in questi giorni ricordiamo come Colui che è nato e che rivela a noi la sua presenza: Gesù Cristo».
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