Bindi: Partito Democratico luogo di una politica mite e autorevole
È vero, l’approvazione della legge sui diritti delle persone conviventi è un risultato che porta la firma del Partito democratico, come ha scritto ieri Europa. Ci sono almeno tre buone ragioni per dirlo. La prima è aver dato concretezza a un’idea della politica, che non è il luogo in cui ciascuno proclama i propri valori, ma quello in cui si lavora per trasformare la realtà e, alimentati dai valori in cui si crede, si fanno le scelte possibili. È stato detto che il riconoscimento dei diritti dei conviventi non era un argomento così “urgente” da meritare l’impegno che il governo vi ha messo in queste settimane. E invece l’importanza di questa legge sta proprio nell’idea di politica che porta con sé. Per questo è diventata, al di là di ciò di cui si occupa, una legge emblematica: perché riguarda temi profondi, dei quali la politica fa ancora fatica a occuparsi. Non a caso essi sono stati archiviati per molti anni sotto l’etichetta della “libertà di coscienza”. Oggi non può più essere così. La buona politica ha un futuro se riesce a entrare nelle grandi questioni che riguardano i cambiamenti, le inquietudini ma anche le possibilità più vere della società, e se ne occupa dimostrando insieme mitezza e autorevolezza. E ora che abbiamo dato prova di avere questa capacità sui diritti dei conviventi, potremo farlo anche su altri, siano essi le questioni eticamente sensibili o altri argomenti su cui è può sembrare difficile accettare la responsabilità del bene possibile. Il Partito democratico sarà insomma il luogo di una politica mite e autorevole, capace di assumere responsabilità e di rischiare i valori nel crogiolo della realtà. La seconda riflessione è che la sfida del Pd sarà inevitabilmente quella del dialogo tra culture diverse. Credo che le biografie mia e di Barbara Pollastrini siano quanto di più diverso si trovi nell’Ulivo. Non c’è dubbio che lei potrebbe trovare interlocutori più prossimi di me nella Margherita, come io persone più simili a me nei Ds. Eppure abbiamo lavorato insieme, perché nessuna di noi voleva vincere sull’altra e condividevamo lo stesso obiettivo: interpretare al meglio le nostre diverse culture non per imporle ma per farle vivere in una sintesi ulteriore. La cosa bella di questo disegno di legge è che possiamo raccontarlo nello stesso modo riuscendo a parlare con interlocori che esprimono esigenze differenti. Il Partito democratico non potrà nascere da un gioco delle parti, non avrà bisogno di dire cose diverse ai cattolici o alla sinistra, di sostenere un punto di vista contro un altro. Ma nascerà se saprà produrre una nuova cultura politica, una lingua comune, in grado di parlare a tutti. Sarà un partito onesto, senza giochi di ruolo. Infine, il varo di questa legge è stato una prova di laicità: e la laicità, lo ha spiegato Rutelli sul Corriere della Sera, è una sfida per i cattolici ma anche per i non credenti. Deve infatti confrontarsi e vincere contro due nemici, il clericalismo acquiescente e il fondamentalismo laicista. In questa occasione, come in altre nella storia dei cattolici democratici, abbiamo affermato la nostra autonomia di cristiani laici, impegnati in politica, rispettosi dell’insegnamento della Chiesa e dei suoi autorevoli richiami, anche se a volte molto scomodi. La componente cattolica del partito laico che sarà il Partito democratico si assume questa responsabilità di autonomia laicale. Ma anche la componente non credente deve sapersi fare carico dei valori dei cattolici, che vanno rispettati perché sono parte fondamentale della società italiana e la politica non può eludere il dovere di interpretarli. Quello che abbiamo fatto può insomma essere riassunto in questi tre punti essenziali e può aiutarci a immaginare come sarà il Partito democratico. È stata fatta una legge necessaria e possibile, che non mette in discussione il ruolo e i diritti della famiglia. L’abbiamo fatta mescolando le nostre culture e con un duplice obiettivo: rimuovere le discriminazioni e riconoscere, nelle scelte responsabili delle persone, il seme iniziale di valori quali la stabilità e la solidarietà. Credo che la Margherita, tutta la Margherita, debba essere in prima fila su questa frontiera in cui si incontrano responsabilità della politica, sintesi culturale e laicità. E sono convinta che ogni suo esponente abbia il compito di far vivere queste tre dimensioni. Essenziali per il Partito democratico e il futuro del paese.
Nessun commento:
Posta un commento