Villa Banfi, Parco per l'Ecoterapia
Articolo di Paolo Gozzi, tratto da il Ponentino di Aprile 2007
Dal 1999 il Parco pegliese di Villa Banfi ha cambiato volto: in quell’anno, un gruppo di cittadini volonterosi si rimboccò le maniche e decise di tentare il recupero di un giardino lasciato in uno stato di totale abbandono. Nato come comitato, il gruppo degli “Amici di Villa Banfi” è oggi una delle realtà associative più vitali del territorio ponentino. Grazie all’impegno di questi volontari è stato possibile lanciare e realizzare tanti progetti, fra cui il corso di Ecoterapia tenutosi nella Villa nell’ottobre scorso. Nacque in quell’occasione l’idea di lanciare un progetto più specifico e ambizioso, che oggi viene presentato attirando grande curiosità.
Si vuole fare di Villa Banfi un giardino ecoterapeutico, il primo in Italia: protagonista dell’operazione è il Dipartimeno Polis della facoltà di Architettura dell’Università di Genova, che si avvale della preziosa collaborazione degli Amici di Villa Banfi, guidati dalla presidente Lucia Fantoni. Il progetto è stato presentato nei locali del Parco (recuperati grazie all’impegno dei volontari) Lunedì 2 Aprile scorso, spiegato al pubblico intervenuto dalla dottoressa Francesca Neonato, una delle responsabili del piano, alla presenza dell’Assessore Comunale alla Città Solidale Paolo Veardo.
L’obiettivo che ci si pone è in continuità con gli scopi dell’Associazione che fino ad oggi si è spesa per il recupero di Villa Banfi: si vuole proseguire nella riqualificazione del Parco, all’interno però di un processo più ampio che prevede, nel ripetto delle valenze storiche, ambientali e architettoniche del giardino, l’affiancamento di valori ecoterapici e didattici. Alle attività ecoterapeutiche sono chiamate a partecipare persone con disabilità fisiche, psicologiche, mentali o di sviluppo, persone in convalescenza o con condizioni croniche che cercano il ripristino di una certa qualità di vita, soggetti di tutte le fasce di età, dai più giovani ai più vecchi, persone che per varie ragioni si trovano ad essere socialmente emarginate: non a caso alla bozza di progetto si è dato titolo “Mi risveglio nel verde”. Il miglioramento del benessere del signolo passa attraverso tanti diversi aspetti, quali stare all’aperto, ritrovare la propria connessione con la natura, sentirsi utile e trarre soddisfazione dal coltivare piante e accudire animali, appartenere ad un gruppo riconoscendo la cooperazione nel lavoro. Tutte attività che hanno riflessi positivi sull’aspetto fisico, mentale, sull’umore, sul benessere, inserendo anche il paziente in ambito lavorativo, educandolo all’apprendimento e stimolando la sua creatività.
L’aspetto peculiare consiste nell’obiettivo che si pone il piano, inserendo l’aspetto terapeutico in un progetto di riqualificazione del parco, nel rispetto delle peculiarità storiche e architettoniche, senza dimenticare le legittime esigenze degli attuali frequentatori. Anzi, il primo vero momento di confronto e di partecipazione collettiva sarà proprio la conoscenza del luogo, l’analisi del sito sotto tutti i suoi aspetti: questo studio sarà il canovaccio per la successiva realizzazione di tante iniziative, quali la creazione di percorsi pedonali e ciclabili protetti, il miglioramento della fruibilità del parco, il recupero di imprtanti manufatti storici quali le due torri-belvedere, da tempo a dir poco fatiscenti. E chiramente, poi, l’aspetto botanico, con la realizzazione di un percorso esplicativo delle diverse specie arboree, di un orto-frutteto didattico, di un giardino aromatico. Il progetto rende Villa Banfi anche un importante centro di documentazione, prevedendo, all’interno dell’edificio che ospita l’Associazione, anche la sede nazionale del Centro per l’Ecoterapia, in grado di organizzare corsi di formazione e momenti di studio. Il Giardino per l’Ecoterapia porta così ricadute positive per l’intera popolazione, che potrà usufruire di un luogo sempre più piacevole e salubre, costantemente “presidiato” da persone e attività con funzione quindi anche dissuasiva per usi impropri e vandalismi.
“E’ormai provato che il contatto con la natura accelera il processo di guarigione – ha spiegato la dottoressa Neonato – A Parma un’esperienza analoga, di portata molto più modesta, ha portato una Casa di Cura a dimezzare la quantità di sedativi necessari per i pazienti”. Il progetto è stato accolto con molto entusiasmo dal pubblico intervenuto, dagli abitanti del quartiere ed in particolare dall’Associazione Amici di Villa Banfi che, rappresentata nell’occasione dalla Presidente Lucia Fantoni e dalla VicePresidente Susanna Vitale, insieme con Manlio Riccio, trova in questo piano un’occasione splendida per vedere progredire il proprio impegno, trovandovi anche una valenza sociale. Il progetto viene ora presentato alla Pubblica Amministrazione, il cui contributo è chiaramente vitale per la riuscita dell’operazione: il Coordinatore Circoscrizionale della Margherita Marco Maltesu, presente all’incontro, ha garantito fin da subito l’appoggio nelle sedi istituzionali ben inserendosi, questo piano, nell’idea già più volte proclamata della persona al centro della società, in questo caso dell’ambiente. E in chiusura, l’Assessore Comunale alla Città Solidale Paolo Veardo ha voluto impegnarsi perché il progetto possa realizzarsi: “E’un piano che interessa una Villa, ma lo sento profondamente di mia competenza perché fortissima è la valenza sociale di questa operazione. E’in perfetta sintonia con la logica del Piano Regolatore Sociale, ed è importante che l’idea possa svilupparsi perfettamente, col completo appoggio delle Istituzioni. Quello che stiamo crecando di fare è un salto di qualità nella progettazione della nostra città – ha concluso Veardo – e questa è un’opportunità magnifica”.
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