venerdì 1 dicembre 2006

Progetto "Buon Fine"

L’idea è semplice: raccogliere i prodotti alimentari invenduti per piccoli difetti di fabbricazione, o di prossima scadenza, e distribuirli, tramite il volontariato, a chi ne ha bisogno. Nasce così, grazie all’impegno delle associazioni del Terzo Settore, la regia del Comune di Genova e la generosità di Coop Liguria, il progetto “Buon Fine”, iniziato nel gennaio di quest’anno e rilanciato nei giorni scorsi. In questa gara della solidarietà si sono iscritti per primi l’Ipercoop “L’Aquilone” di Bolzaneto e il supermercato “A.Negro”, ma da ottobre i punti vendita disposti a rifornire le dispense degli indigenti sono saliti a otto: dalla Valbisagno a Rivarolo, da Piccapietra a Corso Gastaldi.

Il compito del Comune – ha dichiarato l’assessore alla Città Solidale Paolo Veardo nel corso di una conferenza stampa è quello di creare un link tra le aziende del settore alimentare con problemi di stock ed eccedenze invendute, ma perfettamente commestibili, e le Associazioni ed Enti assistenziali che distribuiscono ai propri assistiti pasti o generi alimentari in via continuativa. Il “lavoro di rete” che sta alla base del progetto “Buon Fine” e che risponde concretamente a un bisogno emergente, ricalca in pieno il principio di solidarietà fatto proprio dal Piano Regolatore Sociale”.
Ridurre lo spreco di cibo è anche lo scopo della legge 155 del 2003, in base alla quale i volontari vengono autorizzati a recuperare i generi alimentari eccedenti prodotti dalle mense e dalle catene di ristorazione. Con il progetto “Buon Fine”, invece, viene immessa nel circuito della solidarietà soprattutto merce confezionata, come i campioni promozionali non in libera vendita, i cibi con scadenza ravvicinata e quelli con gli involucri danneggiati o difettosi. Anche le offerte “tre per due” contribuiscono a sostenere il progetto “Buon Fine”. Di recente, un quantitativo di 3.100 chili di pasta in omaggio, che per motivi fiscali non poteva più tornare sugli scaffali, è stato distribuito alle associazioni e da queste a chi ne aveva bisogno.
Su scala nazionale le cifre della solidarietà alimentare raggiungono dati veramente considerevoli: 27 mila persone assistite, 5.192 milioni di euro di valore e 715 associazioni noprofit coinvolte. “Il progetto “Buon Fine” – ha detto Giorgio Pescetto, dirigente responsabile del Piano Regolatore Socialenon solo si inserisce tra le azioni di contrasto alla povertà promosse dal comune di Genova, ma sperimenta un nuovo rapporto tra enti e associazioni, improntato sulla massima autonomia. Rimettere nel “circuito della vita” generi alimentari altrimenti non utilizzabili rappresenta un atto concreto per promuove i valori della solidarietà sociale. Due mondi tra loro divisi sono riusciti a comunicare all’interno di un progetto che coinvolge soggetti diversi, ma accomunati dall’obiettivo di contrastare la povertà e la vulnerabilità sociale in cui molti individui sono costretti a vivere”.

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