Progetto "Buon Fine"
L’idea è semplice: raccogliere i prodotti alimentari invenduti per piccoli difetti di fabbricazione, o di prossima scadenza, e distribuirli, tramite il volontariato, a chi ne ha bisogno. Nasce così, grazie all’impegno delle associazioni del Terzo Settore, la regia del Comune di Genova e la generosità di Coop Liguria, il progetto “Buon Fine”, iniziato nel gennaio di quest’anno e rilanciato nei giorni scorsi. In questa gara della solidarietà si sono iscritti per primi l’Ipercoop “L’Aquilone” di Bolzaneto e il supermercato “A.Negro”, ma da ottobre i punti vendita disposti a rifornire le dispense degli indigenti sono saliti a otto: dalla Valbisagno a Rivarolo, da Piccapietra a Corso Gastaldi.
“Il compito del Comune – ha dichiarato l’assessore alla Città Solidale Paolo Veardo nel corso di una conferenza stampa – è quello di creare un link tra le aziende del settore alimentare con problemi di stock ed eccedenze invendute, ma perfettamente commestibili, e le Associazioni ed Enti assistenziali che distribuiscono ai propri assistiti pasti o generi alimentari in via continuativa. Il “lavoro di rete” che sta alla base del progetto “Buon Fine” e che risponde concretamente a un bisogno emergente, ricalca in pieno il principio di solidarietà fatto proprio dal Piano Regolatore Sociale”.
Ridurre lo spreco di cibo è anche lo scopo della legge 155 del 2003, in base alla quale i volontari vengono autorizzati a recuperare i generi alimentari eccedenti prodotti dalle mense e dalle catene di ristorazione. Con il progetto “Buon Fine”, invece, viene immessa nel circuito della solidarietà soprattutto merce confezionata, come i campioni promozionali non in libera vendita, i cibi con scadenza ravvicinata e quelli con gli involucri danneggiati o difettosi. Anche le offerte “tre per due” contribuiscono a sostenere il progetto “Buon Fine”. Di recente, un quantitativo di 3.100 chili di pasta in omaggio, che per motivi fiscali non poteva più tornare sugli scaffali, è stato distribuito alle associazioni e da queste a chi ne aveva bisogno.
Su scala nazionale le cifre della solidarietà alimentare raggiungono dati veramente considerevoli: 27 mila persone assistite, 5.192 milioni di euro di valore e 715 associazioni noprofit coinvolte. “Il progetto “Buon Fine” – ha detto Giorgio Pescetto, dirigente responsabile del Piano Regolatore Sociale – non solo si inserisce tra le azioni di contrasto alla povertà promosse dal comune di Genova, ma sperimenta un nuovo rapporto tra enti e associazioni, improntato sulla massima autonomia. Rimettere nel “circuito della vita” generi alimentari altrimenti non utilizzabili rappresenta un atto concreto per promuove i valori della solidarietà sociale. Due mondi tra loro divisi sono riusciti a comunicare all’interno di un progetto che coinvolge soggetti diversi, ma accomunati dall’obiettivo di contrastare la povertà e la vulnerabilità sociale in cui molti individui sono costretti a vivere”.
Nessun commento:
Posta un commento