La scommessa Distripark
Articolo di Marco Maltesu, pubblicato su Il Ponentino di Febbraio 2007
Ormai da molti anni i settori tradizionali dell’economia subiscono dei forti rallentamenti. Le nuove tecnologie, l’inserimento nel mercato economico di nuovi paesi rispetto a quelli tradizionalmente partecipanti e soprattutto la cosiddetta “globalizzazione” economica, hanno modificato non solo gli assetti esistenti nel panorama economico mondiale ma soprattutto i flussi di movimento delle merci e la metodologia di trasporto e di scambio. A causa di tali cambiamenti dei rapporti economici internazionali l’Unione Europea sta perdendo consistenti quote di occupazione nei settori tradizionali (emblematico è il caso della produzione di acciaio che ha visto passare gli addetti dell’Unione Europea dagli oltre 800.000 nel 1975 a meno di 280.000 a fine 2000). È necessaria quindi un’analisi delle potenzialità economiche di sviluppo della locale economia in funzione dei fattori di eccellenza presenti sul territorio e dei possibili interventi atti alla loro valorizzazione.
Genova possiede una situazione unica nel mondo dal punto di vista intermodale per la presenza adiacente di aeroporto, porto, ferrovia ed autostrada. Altre città europee investono centinaia di milioni di Euro per avvicinare il porto all’aeroporto (come nel caso di Barcellona, addirittura spostando il corso di un fiume), Genova invece possiede questa peculiarità che attualmente non è utilizzata per carenza di connessione tra le singole infrastrutture.
Fondamentale quindi sarebbe effettuare degli investimenti per completare un sistema intermodale unico nel suo genere nel panorama mondiale.
L’intermodalità rappresenta di per sé una fonte di ricchezza economica e di occupazione, esempi in tal senso si traggono dal forte sviluppo economico e di occupazione generato nei grandi nodi intermodali europei (ad esempio Rotterdam e Barcellona). Uno dei mezzi attraverso cui si può procedere allo sfruttamento della cosiddetta intermodalità è attraverso la creazione dei distripark ovvero di luoghi in cui avviene il trattamento della merce in transito, praticamente delle vere e proprie fabbriche di assemblaggio.
Queste piattaforme raggruppano attività manifatturiere leggere ed una molteplicità di operatori della catena complessiva dei servizi (door to door, dalla fabbrica iniziale al consumatore finale).
Dalle esperienze precedenti di Rotterdam e Barcellona si deduce che un distripark è in grado di generare valore aggiunto locale per oltre 1,5 milioni di EURO/anno per ettaro e di valore aggiunto indotto per 5,4 milioni di EURO/anno per ettaro.
Altro elemento fondamentale legato al distripark è la creazione di posti di lavoro, elemento che in una città in crisi occupazionale come Genova ha anche un’eccezionale valenza sociale. Il numero di nuovi posti di lavoro ed il valore aggiunto che si generano all’interno di un distripark dipendono essenzialmente dalle tipologie di merci e dai processi che si svolgono all’interno della struttura, ad esempio l’assemblaggio di gioielleria genera un maggiore valore aggiunto di altre tipologie di merci.
In funzione dell’abilità dei responsabili del Marketing dei distripark di attrarre le merceologie e le lavorazioni più redditizie si possono conseguire buoni risultati occupazionali come a Rotterdam ( 30 addetti diretti in media per ettaro nei vari distripark ), oppure risultati eccellenti come a Barcellona (60 addetti diretti in media per ettaro). Si calcola per Genova su una superficie di 50 ettari una quantità di 3.000 addetti al suo interno. Il distripark genera inoltre lavoro indiretto normalmente stimato in 3,5 volte i posti di lavoro diretto.
Genova attualmente è attraversata da quantità di merci che necessiterebbero la creazione di un distripark su un’area almeno dagli 50 agli 80 ettari (la soglia minima di superficie necessaria per la creazione di un distripark da molteplici studi internazionali viene determinata in 50 ettari). Una superficie di questa estensione è individuabile nell’area di Cornigliano.
L’area ex Italsider a Cornigliano di ponente si profila così come una zona naturalmente eletta ad accogliere il distripark perché ha l’estensione richiesta e la collocazione già in essere al centro e collegata completamente al sistema infrastrutturale genovese di porto, aeroporto, ferrovia e autostrada.
Tra le merci già attualmente in transito a Genova, tenendo conto dell’apporto di valore aggiunto e dell’apporto occupazionale delle singole tipologie, si possono individuare come ottimali per la creazione del distripark le seguenti:
Þ Giochi e altri prodotti per l’infanzia
Þ Alimentari a lunga conservazione (congelati, surgelati, conserve e scatolati)
Þ Alimentari freschi (carni, pescato, ortaggi, frutta, succhi, etc.)
Þ Elettronica ed informatica (assemblaggi, controlli e certificazione di prodotto)
Þ Tessili ed abbigliamento di qualità e specializzato
Þ Coloniali (torrefazioni, miscele e confezionamenti personalizzati)
Þ Meccanica, elettromeccanica, impiantistica e ricambistica ad elevato valore unitario
Þ Prodotti del commercio eco-solidale e della cooperazione. Su questo ultimo punto credo che un ulteriore passo potrebbe essere rappresentato dalla creazione a Genova di una vera e propria Agenzia per la Solidarietà ed il Commercio Eco-Solidale ed un Centro Integrato del Commercio Solidale.
Tornando al progetto di piattaforma intermodale genovese diviene fondamentale la scelta della collocazione del distripark all’interno delle aree di Cornigliano. L’accordo di Programma sulle aree di Cornigliano ha assegnato al distripark la zona di levante delle aree dell’acciaieria. La zona assegnata è quella che necessita di maggiori interventi di bonifica ambientale in quanto vi era posizionata la cokeria, cioè la zona del trattamento del carbone destinato all’alimentazione dell’altoforno. Gli interventi di bonifica su questa zona di levante richiedono tempi lunghi e costi di realizzazione molto onerosi. Altro elemento negativo è la distanza dal sistema infrastrutturale dei trasporti in particolare l’aeroporto rimane completamente estraneo a tale progetto. Inoltre dalla scelta della collocazione viene generato un problema di extra-costi dovuti al necessario sdoganamento delle merci per il trasporto da e per il distripark che avrebbero una forte incidenza negativa sullo sviluppo della piattaforma logistica.
L’ipotesi di distripark da collocare nella zona di ponente consentirebbe invece di mettere in rete tutto il sistema infrastrutturale dei trasporti delle merci genovese.
Nella parte confinante del distripark con l’aeroporto può essere creato un piazzale di parcheggio per gli aeromobili direttamente collegato con il distripark. Esiste poi un progetto di uno studio genovese che prevede il collegamento con i porti attraverso l’utilizzazione di chiatte, questo sistema consentirebbe il mantenimento delle merci in condizioni “extraterritoriali” con continuità fra aereo-distripark-nave con enormi benefici sui costi (ed anche una notevole riduzione del traffico di camion dal distripark al porto). Questa scelta di collocare il distripark nella zona di ponente consentirebbe il collegamento con l’infrastrutturazione ferroviaria con fuoriuscita dal nodo aeroportuale alla stazione ferroviaria di Sestri Ponente e con l’infrastrutturazione viaria con fuoriuscita dal nodo aeroportuale allo svincolo autostradale di Genova aeroporto.
A conclusione possiamo dire che l’esperienza internazionale sta dimostrando (e gli esempi di Rotterdam e Barcellona lo confermano) che in futuro solamente chi avrà creato le condizioni per operare nell’ambito di quelle grandi concentrazioni spaziali di imprese focalizzate sulla logistica identificabili con il termine di “distripark” godrà di una sicura posizione di vantaggio competitivo.
Per sfruttare inoltre tutte le potenzialità del territorio e creare opportunità per tutti i lavoratori appartenenti al settore logistico e dei trasporti genovesi occorre puntare sulla collocazione del distripark nella zona di ponente di Cornigliano. Il distripark dovrebbe diventare un punto nodale per la creazione di posti di lavoro in una città in collasso e rappresenterebbe un’opportunità per tutti i settori legati al trasporto. L’elemento caratterizzante il distripark a ponente di Cornigliano offrirebbe il vantaggio di mantenere la vocazione portuale di Genova (tra l’altro punto di orgoglio e di gloria storica per la popolazione genovese ) e consentirebbe di sostenere il decollo ad esempio di settori poco apprezzati dalla cultura genovese ma di fondamentale importanza nell’economia globale come il trasporto aereo e quello ferroviario.
Genova possiede una situazione unica nel mondo dal punto di vista intermodale per la presenza adiacente di aeroporto, porto, ferrovia ed autostrada. Altre città europee investono centinaia di milioni di Euro per avvicinare il porto all’aeroporto (come nel caso di Barcellona, addirittura spostando il corso di un fiume), Genova invece possiede questa peculiarità che attualmente non è utilizzata per carenza di connessione tra le singole infrastrutture.
Fondamentale quindi sarebbe effettuare degli investimenti per completare un sistema intermodale unico nel suo genere nel panorama mondiale.
L’intermodalità rappresenta di per sé una fonte di ricchezza economica e di occupazione, esempi in tal senso si traggono dal forte sviluppo economico e di occupazione generato nei grandi nodi intermodali europei (ad esempio Rotterdam e Barcellona). Uno dei mezzi attraverso cui si può procedere allo sfruttamento della cosiddetta intermodalità è attraverso la creazione dei distripark ovvero di luoghi in cui avviene il trattamento della merce in transito, praticamente delle vere e proprie fabbriche di assemblaggio.
Queste piattaforme raggruppano attività manifatturiere leggere ed una molteplicità di operatori della catena complessiva dei servizi (door to door, dalla fabbrica iniziale al consumatore finale).
Dalle esperienze precedenti di Rotterdam e Barcellona si deduce che un distripark è in grado di generare valore aggiunto locale per oltre 1,5 milioni di EURO/anno per ettaro e di valore aggiunto indotto per 5,4 milioni di EURO/anno per ettaro.
Altro elemento fondamentale legato al distripark è la creazione di posti di lavoro, elemento che in una città in crisi occupazionale come Genova ha anche un’eccezionale valenza sociale. Il numero di nuovi posti di lavoro ed il valore aggiunto che si generano all’interno di un distripark dipendono essenzialmente dalle tipologie di merci e dai processi che si svolgono all’interno della struttura, ad esempio l’assemblaggio di gioielleria genera un maggiore valore aggiunto di altre tipologie di merci.
In funzione dell’abilità dei responsabili del Marketing dei distripark di attrarre le merceologie e le lavorazioni più redditizie si possono conseguire buoni risultati occupazionali come a Rotterdam ( 30 addetti diretti in media per ettaro nei vari distripark ), oppure risultati eccellenti come a Barcellona (60 addetti diretti in media per ettaro). Si calcola per Genova su una superficie di 50 ettari una quantità di 3.000 addetti al suo interno. Il distripark genera inoltre lavoro indiretto normalmente stimato in 3,5 volte i posti di lavoro diretto.
Genova attualmente è attraversata da quantità di merci che necessiterebbero la creazione di un distripark su un’area almeno dagli 50 agli 80 ettari (la soglia minima di superficie necessaria per la creazione di un distripark da molteplici studi internazionali viene determinata in 50 ettari). Una superficie di questa estensione è individuabile nell’area di Cornigliano.
L’area ex Italsider a Cornigliano di ponente si profila così come una zona naturalmente eletta ad accogliere il distripark perché ha l’estensione richiesta e la collocazione già in essere al centro e collegata completamente al sistema infrastrutturale genovese di porto, aeroporto, ferrovia e autostrada.
Tra le merci già attualmente in transito a Genova, tenendo conto dell’apporto di valore aggiunto e dell’apporto occupazionale delle singole tipologie, si possono individuare come ottimali per la creazione del distripark le seguenti:
Þ Giochi e altri prodotti per l’infanzia
Þ Alimentari a lunga conservazione (congelati, surgelati, conserve e scatolati)
Þ Alimentari freschi (carni, pescato, ortaggi, frutta, succhi, etc.)
Þ Elettronica ed informatica (assemblaggi, controlli e certificazione di prodotto)
Þ Tessili ed abbigliamento di qualità e specializzato
Þ Coloniali (torrefazioni, miscele e confezionamenti personalizzati)
Þ Meccanica, elettromeccanica, impiantistica e ricambistica ad elevato valore unitario
Þ Prodotti del commercio eco-solidale e della cooperazione. Su questo ultimo punto credo che un ulteriore passo potrebbe essere rappresentato dalla creazione a Genova di una vera e propria Agenzia per la Solidarietà ed il Commercio Eco-Solidale ed un Centro Integrato del Commercio Solidale.
Tornando al progetto di piattaforma intermodale genovese diviene fondamentale la scelta della collocazione del distripark all’interno delle aree di Cornigliano. L’accordo di Programma sulle aree di Cornigliano ha assegnato al distripark la zona di levante delle aree dell’acciaieria. La zona assegnata è quella che necessita di maggiori interventi di bonifica ambientale in quanto vi era posizionata la cokeria, cioè la zona del trattamento del carbone destinato all’alimentazione dell’altoforno. Gli interventi di bonifica su questa zona di levante richiedono tempi lunghi e costi di realizzazione molto onerosi. Altro elemento negativo è la distanza dal sistema infrastrutturale dei trasporti in particolare l’aeroporto rimane completamente estraneo a tale progetto. Inoltre dalla scelta della collocazione viene generato un problema di extra-costi dovuti al necessario sdoganamento delle merci per il trasporto da e per il distripark che avrebbero una forte incidenza negativa sullo sviluppo della piattaforma logistica.
L’ipotesi di distripark da collocare nella zona di ponente consentirebbe invece di mettere in rete tutto il sistema infrastrutturale dei trasporti delle merci genovese.
Nella parte confinante del distripark con l’aeroporto può essere creato un piazzale di parcheggio per gli aeromobili direttamente collegato con il distripark. Esiste poi un progetto di uno studio genovese che prevede il collegamento con i porti attraverso l’utilizzazione di chiatte, questo sistema consentirebbe il mantenimento delle merci in condizioni “extraterritoriali” con continuità fra aereo-distripark-nave con enormi benefici sui costi (ed anche una notevole riduzione del traffico di camion dal distripark al porto). Questa scelta di collocare il distripark nella zona di ponente consentirebbe il collegamento con l’infrastrutturazione ferroviaria con fuoriuscita dal nodo aeroportuale alla stazione ferroviaria di Sestri Ponente e con l’infrastrutturazione viaria con fuoriuscita dal nodo aeroportuale allo svincolo autostradale di Genova aeroporto.
A conclusione possiamo dire che l’esperienza internazionale sta dimostrando (e gli esempi di Rotterdam e Barcellona lo confermano) che in futuro solamente chi avrà creato le condizioni per operare nell’ambito di quelle grandi concentrazioni spaziali di imprese focalizzate sulla logistica identificabili con il termine di “distripark” godrà di una sicura posizione di vantaggio competitivo.
Per sfruttare inoltre tutte le potenzialità del territorio e creare opportunità per tutti i lavoratori appartenenti al settore logistico e dei trasporti genovesi occorre puntare sulla collocazione del distripark nella zona di ponente di Cornigliano. Il distripark dovrebbe diventare un punto nodale per la creazione di posti di lavoro in una città in collasso e rappresenterebbe un’opportunità per tutti i settori legati al trasporto. L’elemento caratterizzante il distripark a ponente di Cornigliano offrirebbe il vantaggio di mantenere la vocazione portuale di Genova (tra l’altro punto di orgoglio e di gloria storica per la popolazione genovese ) e consentirebbe di sostenere il decollo ad esempio di settori poco apprezzati dalla cultura genovese ma di fondamentale importanza nell’economia globale come il trasporto aereo e quello ferroviario.
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